Vivere per la scrittura oppure vivere di scrittura?

Vivere per la scrittura oppure vivere di scrittura?

 Vivere per la scrittura equivale a vivere scrittura?

Mi rendo conto che pormi una domanda di questo genere appena svegliato non è il miglior modo per iniziare la giornata, perchè i pensieri si affollano, la paura galoppa, l’ansia schizza in alto e la concentrazione svanisce.

Questo è un dilemma (shakespeariano) che tormenta chiunque decida di intraprendere la strada, quasi sempre in salita, della scrittura.

Per me,  La scrittura è un sentiero in mezzo a due muri che a ogni passo si fanno un po’ più stretti. devo avanzare con calma ma non devo fermarmi, altrimenti rimango schiacciato.

I muri che costeggiano il sentiero della scrittura sono pareti di mattone chiaro, entrambe imbrattate da una scritta rossa, fatta con la bomboletta spray.

 Vivere per…

Ha a che fare con qualcosa di più profondo, a tratti romantico, ma che non deve distogliere l’autore da una routine quotidiana ancorata ai pilastri della disciplina: leggere tanto, scrivere tutti i giorni.

La scrittura è duro lavoro e per quanto mi riguarda, apprendimento continuo. Questa modalità è sicuramente la più piacevole: scoprire gli autori, elaborare liste, fagocitare letture, provare l’estasi delle sete di conoscenza, destreggiarsi tra le correnti letterarie, ripensare a quello che si è letto, shakerare tutto e poi produrre qualcosa di proprio mentre sentiamo che le storie serpeggiano in noi e aspettano solo di tirare fuori la testa dalla sabbia.

Una meraviglia sentirsi speciali, anche se alla fine speciali non si è, perché la scelta di mettersi a nudo attraverso le parole è sicuramente un atto di grande narcisismo, ma è soprattutto sinonimo di generosità se si è onesti attraverso la finzione, il che se ci pensiamo un attimo è il più grande dei paradossi, ma non fa una piega, perché spesso la finzione è molto più sincera della realtà.

 Vivere di…

Questa scritta è più piccola e sbavata. Riesce a generare panico, insicurezza, momenti di grande gioia alternati a sprazzi di pura disperazione.  Uno dei modi più accessibili per monetizzare e guadagnare il pane che spezzo in tavola atteggiandomi a un volgarissimo Gesù, è sicuramente la scrittura web.

Essere copywriter significa conoscere la famigerata SEO e creare un testo in base alle parole chiave che ci vengono fornite o che scegliamo. Significa sapersi destreggiare tra contenuti diversi, scrivere testi su argomenti di cui spesso e volentieri non si conosce nulla, ma sui quali occorre informarsi parecchio se si vuole scrivere qualcosa di decente da presentare al cliente che si rivolge a noi.

La scrittura web è l’arte di creare contenuti di valore che rispecchino il volere del cliente, ma che allo stesso tempo siano incalzanti come un buon racconto. Non è facile scrivere quando si hanno i limiti imposta dal web, ci si sente quasi dei funamboli appesi a un filo sopra al vuoto, ma quando si fa pratica più risultare estremamente stimolante.

Quando sei freelance però, e la libertà è una delle caratteristiche per le quali la strada della scrittura è tanto battuta, si incontrano spesso annunci di lavoro nei confronti dei quali occorre gridare dissenso a voce alta.

Spesso non si ha idea di quanti sforzi la scrittura di qualunque contenuto, che sia narrativo o saggistico, di critica o pubblicità, possa richiedere.

La scrittura esige applicazione e sforzo, elementi che spesso si scontrano con il tempo, un’unità di misura relativa quando ci si siede davanti al pc. Le ore infatti possono diventare minuti e i secondi si trasformano in ore.

In quell’oceano infinito che è il web, spesso si leggono annunci dove la paga per un testo di seicento parole varia dai tre ai cinque euro.

Oltre al fastidio, emerge anche la rabbia, perché ci si rende conto che la scrittura non solo viene considerata un’attività paragonabile a un hobby, ma soprattutto si prende coscienza di quanto questa disciplina sia assolutamente sottovalutata, o meglio svalutata.

Le parole vanno scelte con cura, mettersi ogni mattina alla tastiera non significa perdere tempo, ma dosarlo e orientarlo per ottenere un risultato che soddisfi non solo noi, ma anche tutti quelli che leggeranno.

Un testo di seicento parole può essere scritto in un’ora oppure in un due giorni. Non è la quantità, ma la qualità di quello che si scrive a fare la differenza.

Quindi, io cerco di avanzare in mezzo a questi due muri, a volte vado veloce, a volte molto lento, l’importante è non farsi schiacciare e meritarsi giorno per giorno il privilegio della scrittura.

 

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2 Comments

  • Martina Zonca Posted Febbraio 1, 2022 7:55 pm

    Grazie per aver spiegato cosa significa scrivere e quanto sia importante evidenziare che la scrittura non riguarda solo i romanzi ma rappresenta il canale attraverso il quale il mercato e i suoi attori possono far conoscere i loro prodotti.
    In assenza della consapevolezza del valore della scrittura oggi, più di ieri, purtroppo si perderanno delle opportunità.

  • Giusy Laganà Posted Febbraio 23, 2022 8:12 am

    Il talento della scrittura é un X Factor , bisogna usarlo nel migliore dei modi. Insistere, allenarsi, riprovare, riscrivere diventano delle costanti quotidiane. É uno sport agonistico giornaliero! Ci sarà sempre chi, prima di te, arriverà sul podio o riceverà una medaglia poco meritata ma tu non mollare. Vivere di scrittura e per la scrittura deve essere un tutt’uno,per alimentare quel fuoco che c’è.

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