Richard K Morgan: l’erede al trono di spade

Richard K Morgan: l’erede al trono di spade

Richard K Morgan è autore di genere, punta di diamante del Grimdark Fantasy e degno allievo di George RR Martin. Un discepolo tanto bravo da superare di gran lunga il maestro.

Insegnate di inglese in varie università, esordisce nel 2002 con Altered Carbon, primo capitolo di una trilogia conclusa nel 2005 che mescola sapientemente fantascienza, noir, distopia e azione. Morgan diventa presto uno scrittore a tempo pieno, conquistando la critica e il  pubblico con opere ad alto tasso di intrattenimento, analisi e critica sociale.

Richard K. Morgan si fa le ossa studiando i maestri che lo hanno preceduto: Asimov, Philip K. Dick, Arthur C. Clarke, ma il suo apprendistato non si limita solo alla conoscenza dei grandi nomi della science fiction, impossibile infatti non riconoscere nelle sue opere un’ammirazione sconfinata per autori come Raymond Chandler, Howard Philip Lovecraft e sì, anche il maestro dei maestri del Fantasy: J R R Tolkien.

Proprio come George R.R Martin, l’autore de “Le cronache del ghiaccio e del fuoco” (piccola digressione: recuperatevi “Le torri di cenere” bellissimo libro di racconti, cult di fantascienza che contiene il capolavoro “A song for Lya”) Morgan decide di cimentarsi con il Fantasy per adulti, quello sanguinario e oscuro che scardina i paradigmi classici del bene contro il male per trascinare il lettore in un regno dominato dalle tenebre, dai conflitti e dai tradimenti, specchio e metafora di una modernità che ogni giorno abbiamo davanti agli occhi

In un’intervista, Richard K Morgan ha dichiarato di non avere faticato a concepire una saga Fantasy dopo tanta fantascienza. Anche se possono sembrare generi speculari, in realtà sono esattamente gli opposti per ritmo e possibilità narrative, ma Morgan sembra nato per scrivere di magia, riti oscuri e soprattutto battaglie a colpi di spada.

Richard K Morgan

Oscar Mondadori propone una nuova edizione della trilogia, già apparsa anni fa in Italia per un editore più piccolo, in una nuova veste grafica luminosa e accattivante e con una nuova traduzione, il tutto a cura di Edoardo Rialti, traduttore di “Fuoco e sangue” l’ultimo romanzo di Martin.

Cosa resta degli eroi” è una trilogia potente e con personaggi indelebili alle prese con un mondo in rovina. Un mondo devastato dalle guerre e dalla cattiveria.

I capisaldi del Fantasy Martiniano ci sono tutti: magia, corruttele, ultraviolenza, sessualità spinta.  Richard K Morgan è un narratore abilissimo, capace di intessere una struttura per fetta sostenuta da una prosa raffinata e soprattutto, di distaccarsi dal patriarca americano (geniale e furbacchione) per proporre qualcosa di estremamente personale.

Riesce infatti a introdurre elementi fantascientifici all’interno del Fantasy con grandissima maestria.

Leggendo “L’acciaio sopravvive” non si avverte uno scollamento tra gli elementi, questo romanzo non è un’accozzaglia di suggestioni, ma un’opera sincera e spettacolare.

Ringil, Archet e Egan sono i protagonisti di questa meravigliosa saga. Tre reietti, soldati traditi che cercano di mantenere intatta la propria etica e il proprio senso dell’onore. Combattono (forse) per ritrovare loro stessi, combattono perché sperano in un mondo migliore.

Ma non sono santi, bensì caratteri vendicativi e spietati, eppure non si può fare a meno di affezionarsi a tutti e tre dalle prime pagine, soprattutto a Ringil, il protagonista: nobile omosessuale cinico, disperato e guerriero impavido, abilissimo con la spada e dotato un’intelligenza cristallina.

Li scopriamo lentamente attraverso l’alternanza dei capitoli, così come ricostruiamo la configurazione dell’Impero per il quale questi eroi hanno combattuto. Le scene d’azione sono esplosive,  lo splatter inonda le pagine, ma non non mancano momenti di estrema calma e riflessione.  I nemici poi sono affascinanti quanto i personaggi principali, figure oscure, simili agli esseri umani ma con caratteristiche del tutto aliene.

Insomma, gli ingredienti per un’avventura in grado di rapire ogni lettore amante del genere (e non solo) ci sono tutti.

Iniziare con “L’acciaio sopravvive” significa avventurarsi nel mondo di uno scrittore sapiente e di razza, uno spazio unico, che porta la firma di Richard K Morgan

 

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